Il più recente tra i quartieri storici di Cagliari, Villanova (Biddanoa in sardo) è stato fondato nel XIII secolo dai contadini del vicino Campidano che, incominciando a tessere rapporti commerciali con la città, vi si stabilirono per farne il loro “quartier generale”. Oggi che gli orti e le vigne sono praticamente scomparsi, la parte vecchia di questo rione, grazie alle sue colorate casette di non più di 2 piani, a un dedalo di strette viuzze e a una manciata di graziose chiese tra cui l’antica basilica di San Saturnino, è certamente uno dei luoghi più frequentati, sia dai cagliaritani che dai turisti, e presenta un buon numero di localini davvero interessanti.
Di alcuni di essi ti aveva già raccontato, poco tempo fa, Endriu nel suo corale Dove mangiare bene a Cagliari bevendo vino naturale. Quello che però aveva tralasciato è che dal dicembre del 2022, al civico 49 di via San Domenico, uno dei cuori pulsanti di quello che sembra più un villaggio a sé stante, Paolo, Alessandro e Lorenzo, i ragazzi di Cerchio Rosso, il frizzante bistrot situato pochi passi più avanti, hanno aperto una vineria che in poco tempo è diventata un porto sicuro per gli appassionati di vino naturale che vivono o si ritrovano a passare per Cagliari: Vineria Villanova appunto.
Ecco, un altro piccolo dettaglio che Endriu si è scordato di raccontarti è che lì, a mescere le oltre 300 etichette disponibili in carta – qualche esempio? Kagami, Pataille, Klinec, Skerk, Cotar, Tenute Grillo, Margaux (Lucy ovviamente), Dreyer, Do.Te, Calabretta, Domaine Cavarodes, Bruyere-Houillon, tanta Sardegna… -, c’è anche lui. Potrai quindi immaginare quanto tempo ho impiegato per andarci a curiosare andarlo a trovare: pochissimo.
Beh, siccome dovresti anche sapere che su Enoplane.com, aborriamo le marchette, di Vineria Villanova non ti racconterò molto, ma solamente che quel venerdì d’estate è stato piuttosto poetico constatare come, anche con il tutto esaurito, la passione nel raccontare il profumato “liquido odoroso” non si sia mai fermata, nemmeno quando un cliente dal dubbio gusto – voglio essere educato – mandava indietro uno degli splendidi Cremant di Les Pieds sur Terre o un rompiscatole chiedeva di assaggiare in due ore, in realtà poi diventate 4, forse 5, più vini possibili per aiutarlo a fotografare il vino sardo oggi. Diversamente, cosa ci starebbero a fare?
Ah, siccome il secondo, il rompiscatole per intenderci, ero io, queste sono le brevissime note di degustazione che il giorno dopo, ancora tramortito dalla splendida serata passata seduto a un tavolino esterno, sono riuscito a buttare giù sui 3 vini che più mi hanno colpito.
Vino bianco “Arkìmia” 2021 di Azienda Agricola Schirru (Orroli, nel Sarcidano)
Perché “Arkìmia”? Perché l’uva Nuragus, che in antichità era nota come “uva dei poveri” (Axina ‘e Pòberus), grazie all’appassionato lavoro dei fratelli Schirru, qui si trasforma in oro liquido; in un nettare che colpisce al cuore, anche grazie a una lieve nota ossidativa, dipingendo con rigore e sostanza il territorio dove nasce. Insomma: non è forse questa vera alchimia?
Prezzo in vineria: 28,00 euro
Vino Bianco “Maistru” 2022 Sa Defenza (Donori, nel Campidano)
Un Nuragus macerato sulle bucce per 72 ore che restituisce tra sbuffi mediterranei un sorso polposo, solare. Ruvido? Forse ancora appena, di certo dotato di un misurato finale ammandorlato, nonché impegnato a raccontare una storia, familiare e isolana, destinata, come lui, a trapassare il tempo, ad aprirti l’anima come solo un buon maestro sa.
Prezzo in vineria: 32,00 euro
Vino rosso “Cuba” 2021 di Mereu (Sorgono, nel Mandrolisai)
Stava per partire per Cuba Enrico, quando, sulle alte colline del Mandolisai, ha trovato questa vigna centenaria, condotta ad alberello, di Monica, Muristeddu e Cannonau. Fortunatamente, soprattutto per chi come me ne ha potuto godere, è rimasto e ci ha tirato fuori un grande rosso: morbido, ma di buon carattere, potente, eppure equilibrato. Poteva quindi chiamarsi diversamente?
Prezzo in vineria: 28,00 euro
Vineria Villanova
Via San Domenico, 49
09127 Cagliari (CA)
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Nato a Genova non troppi anni fa (più o meno), passo l’adolescenza a chiedermi perché abbia sempre preferito un raviolo cotto sulla stufa a un’exogino, o ancora cosa mi avesse spinto, ancora infante, a scolarmi tutti i fondi di Moscato d’Asti lasciati incustoditi dagli adulti, dopo il brindisi di capodanno, incappando nella mia prima ciucca. Intanto, diventato prima Sommelier Professionista AIS e poi Assaggiatore ONAF, dopo svariate esperienze nel mondo della ristorazione, tra cui il servizio dei vini al ristorante “La Terrazza” del Belmond Hotel Splendido a Portofino, dall’ottobre del 2016 sono entrato a far parte dell’Elenco regionale degli Esperti Degustatori dei Vini D.O.C. presso la Camera di Commercio di Genova per poi bla bla bla… Perdonami, mi sto annoiando da solo. Beh, ti prego di mantenere il segreto, ma sappi che ancora oggi, nonostante sospetti sia colpa degli uomini della mia famiglia, del nonno paterno, commerciante di vino in giro per il nord Italia, di quello materno, agricoltore, combattente e scrittore, e di mio padre, agronomo mancato con il tocco per la fotografia, continuo a chiedermelo qui su Enoplane.com.