Se ti fa piacere, invece di leggerlo, ascolta Il Brunello di Montalcino de IL PARADISO DI MANFREDI in 4 annate cliccando qui sotto tramite Spreaker o sulle principali piattaforme di streaming come Spotify e Apple Podcast

 

Già da un po’ di tempo, con Endriu e Edo, anche a causa delle richieste di “stappare assieme” ricevute da amici e lettori, avevamo in testa di dare seguito a uno spazio di degustazione, didattico ma conviviale, per mezzo del quale aggiungere un’ulteriore dimensione a Enoplane.com. Senza scopo di lucro o inutili protagonismi, della durata massima di un paio d’ore e che desse spazio alle esperienze dei partecipanti… Nasce così Poco Vino! Se ti fa piacere puoi chiamarlo addirittura wine club.
E quale occasione migliore poteva esserci per testarne la beta, il primo episodio, se non La Vague 2024, rarissima occasione in cui ci saremmo ritrovati tutti in Valle d’Aosta per un paio di giorni?
Perché 4 annate del Brunello de Il Paradiso di Manfredi? Perché lo spread generato dalla contrapposizione tra la dirompente integrità dei sorsi rubati ai banchetti di alcuni eventi e la caducità terziarizzazione spinta di alcuni assaggi spot di diversi millesimi degli ultimi anni, ha fatto sì che ne discutessimo spesso nell’ultimo periodo e… Era arrivato per noi il momento di provare a “metterci un punto”.
Ce l’avremmo fatta? Ci sarà un seguito? Ti lascio in buone mani, quelle di Edo, per il suo personale racconto della serata. Per tutto il resto, partecipare a un prossimo ed eventuale Poco Vino o cose del genere, lo sai già: iscriviti alla newsletter o… Andrea

 

Una frase contenuta nel retroetichetta delle bottiglie di Tenute Dettori precisa che il vino che stiamo bevendo è come è, non come vogliamo esso sia.

Affascinato da questa affermazione, l’ho fatta mia tanti anni fa: una sorta di mantra utile a entrare meglio in sintonia con i vini che bevo e le persone che incontro. Perché i nostri vini si sa, sono come le persone: non perfetti.

Scorbutici a volte, gentili, molli o senza energia, acidi, magari sorprendenti, imbarazzanti, disonesti, emozionanti, difficili, forse facili e paraculi, distanti, scostanti… Ma anche personali e soggettivi. Comunque autentici.

Il fascino sta nell’imperfezione, nelle implicazioni psicologiche che qualcosa di vivo, sia esso un essere umano, un animale, del cibo o del vino, scatenano in noi. Personalmente amo la variabilità umana e naturale, perché celebra la diversità, l’unicità. Anche la mia.

La rincorsa alla perfezione a cui troppe volte partecipo, si mostra giorno dopo giorno sempre più limitata e limitante. Celebrare l’imperfezione umana e naturale ci riavvicina come singoli, allontanandoci dall’intelligente omologazione artificiale. Occorre e serve imprevedibilità, ammettere lo sbaglio e sperare di potere ancora sbagliare perché l’errore ci caratterizza come esseri umani: è la nostra caratteristica fondante.

Riflessioni queste, certamente ampliate a seguito di una splendida quanto illuminante degustazione verticale del Brunello di Montalcino de Il Paradiso di Manfredi che abbiamo organizzato a Cervinia, alla vigilia de La Vague 2024 (di cui puoi leggere qui!).

La più bella e appagante verticale della mia vita, te lo dico subito. Non solo perché il parterre dei degustatori era favolosamente variegato e interessato, quasi tutto lo “staff” di Enoplane (Andrea, Endriu, Fabrizia…), i ragazzi di Colbacco (Guido e Marco), Federico di Sassopra e alcuni cari amici (Costanza, Gabriele, Claudio, Alessandro…) realmente attenti alle implicazioni umane collegate al degustare vino, quanto perché ho avuto la possibilità di sbagliare, di dimenticarmi del motto “dettoriano” di cui sopra, di pormi di fronte a qualcosa di unico, di meravigliosamente umano, naturale, dunque non necessariamente giusto, con un atteggiamento omologante e riduttivo. Come un abbaglio celebrato e subìto.

Il viaggio è cominciato all’apertura della 2016, che bollo, memore distratto di alcuni assaggi dello stesso produttore, come stanca, decaduta. Notoriamente non mi nascondo nel giudicare un vino, lo so, i migliori degustatori ti suggeriranno di aspettare prima di parlare, ma a me l’impatto, la stretta di mano, dice tanto!

E poi mi piace conversare, stuzzicare, odio nascondermi: ricordo ancora una cieca in canavese in cui un improbabile personaggio copiava la scheda del vicino.

Stesso giudizio per la 2015.

Lentamente però il dubbio di essere di fronte a qualcosa di unico prende piede, avanza. Le parole di Federico, di Marco Durante (Il Signor Kurtz, ma anche Colbacco) unite all’incedere delicato, splendidamente sussurrato, splendidamente presente, espresso da ogni singolo calice e ad ogni nuovo assaggio, mi riportano in termini diversi a quel retroetichetta, squarciando il velo. Oltre il giudizio.

Concetto spaziale, attesa. Lucio Fontana.

La perfezione dilaniata, le aspettative derise in nome del vero, non del giusto.

E ciò che è vero tante volte può fare male: nuovamente le mie certezze sul vino vacillano, sono contrariato, incazzato pure, il mio ego degustatore è messo al tappeto, eppure è così: quelli del Paradiso di Manfredi non sono vini come vorrei, sono essi stessi vini. L’errore, svelato.

I successivi 2011, declassato a Rosso Toscana (?!?) e 2008 completano la mia discesa agli inferi e il successivo ritorno in Paradiso, Il Paradiso di Manfredi.

Non so se il quadro è completo, ma a questo punto indicare un’annata migliore rispetto alle altre non ha alcun significato, ciascuno sceglierà la sua, io ancora cerco di ricomporre i pezzi della mia ingiusta e prematura bocciatura di ’15 e ’16 ritornando a distanza di giorni a quelle splendide sensazioni, cibo per la mente.

Mi sono avvicinato, sbagliando, alla grande verità celata da questi vini: una verità che contempla e fa suo naturalmente il punto di caduta, la singolarità. Ho vissuto pure come la verità non sia mai urlata, non debba urlare, non le serve, semplicemente è.

Noterai che non ho volutamente assegnato alcun descrittore a questi vini. Poco cambia, nulla. Potrebbe sembrarti una vigliaccheria o una mancanza di vocabolario, in realtà preferisco lasciare inalterata la sostanza di questi assaggi. Le mie parole la sporcherebbero. Posso però fornirti degli indicatori emotivi, delle immagini mentali che ho avuto durante i vari assaggi: decadenza, impermanenza, lentezza, diversità, fragilità, timidezza, assenza, transitorietà, morte. Libertà assoluta.

Non è quindi la destinazione, ma il viaggio. Un viaggio glorioso nella variabilità della natura, nella variabilità umana, abbracciandone e accettandone il limite. Fino allo sbaglio.

POCO VINO #1: Il Brunello di Montalcino de IL PARADISO DI MANFREDI in 4 annate

E ora dimmi: quale è stata la tua esperienza con i vini de Il Paradiso di Manfredi? Ti piacerebbe partecipare a un prossimo Poco Vino?

 

La storia de Il Paradiso di Manfredi comincia nel dopoguerra, nel 1958, quando Manfredi Martini, appassionato di vino, fonda assieme alla moglie, Fortunata, un’azienda vinicola a Montalcino. La proprietà, estesa su tre ettari e mezzo, di cui due dedicati a vigneti esposti a nord/nord-est, è gestita oggi da sua figlia Rossella e suo marito Florio Guerrini. La coppia ha scelto di mantenere la vigna a una dimensione gestibile familiarmente, convinti che un’espansione comprometterebbe la qualità e l’attenzione che hanno sempre dedicato alla loro terra nel produrre vini sorprendentemente liberi e autentici.

 

 

About the Author: Edoardo ” Edo” Camaschella

Nato ad Aosta nel Marzo del 1977, passo l’infanzia in skate. Poi snowboard, mountain-bike, trail… Musica, sempre, viaggi e contaminazione pure. Nel 2006 una Coulée de Serrant fa nascere in me l’amore per il Vino. Mi informo, assaggio, esploro, leggo e scrivo. Studio! Con ahimè pochissime occasioni di scambio e come sempre, senza indossare divise. Dal 2019 vendo la mia idea di Vino in Valle d’Aosta. Ma in fondo l’ho sempre fatto: raccontandolo agli amici, annoiando Francesca mia moglie, facendo scappare i miei figli, Bianca e Dante! Proprio la condivisione insieme alla natura del gusto, sono i cardini del mio approccio. Che è essenzialmente musicale, non necessariamente tecnico. Sicuramente emozionale e positivo. In una parola: hardcore!

Ma quanto vuoi bene a Enoplane.com?!?

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