Nell’autunno del 2024 Da Lucio si è trasferito nella nuova sede di Viale Ortigara 80
Non sono molte le volte dove i termini tradizione e innovazione possano essere felicemente accostati senza risultare un mera contraddizione, un’insensata lotta contro i mulini a vento, più di marketing che di sostanza.
Ma chi meglio di un giovane Don Chisciotte chef, 27 anni all’anagrafe, poteva riuscire in cotanta impresa dando un senso a una personale visione? Suvvia andiamo a incominciare…
Jacopo Ticchi, dopo 4 anni passati al Joia di Pietro Leemann, il tempio milanese dell’alta cucina vegetariana, incontra nelle cucine del Nécessaire il coetaneo Enrico Gori, proprietario del bistrot riminese, ed è subito rock and roll.
Infatti, nel novembre del 2019, i due impavidi cavalieri ragazzi aprono un minuscolo locale nel centro di Rimini, la prima Trattoria Da Lucio, con un chiaro motivo in testa: servire il miglior pesce locale possibile.
Per scrivere la musica che hanno in testa, affiancano alle tradizioni riminesi trasmesse dalle famiglie il bagaglio delle loro esperienze lavorative e la filosofia di cucina sostenibile riassunta da Josh Niland nel suo “Il grande libro del pesce” (qui trovi l’episodio di #FameDiCarta che ho dedicato al libro).
Il risultato, dopo il trasferimento nella nuova sede all’interno del Villa Rosa Riviera, è un concentrato di straordinaria convivialità, freschezza in cucina e in sala, e, soprattutto, di gusti semplici ma talmente definiti da sembrare nuovi, da riempire l’animo degli ospiti di una gioia smisurata. Gioia che nasce grazie alla scelta della materia prima, al modo di trattarla, alla visceralità delle cotture e alle tante attenzioni che fanno capolino in sala, dal benvenuto della cucina alla piccola pasticceria, addirittura nel servizio dei digestivi.
Inoltre, non si può assolutamente trascurare l’impatto etico-economico-culturale che la valorizzazione del pescato nella sua interezza (generalmente di un pesce viene usato in media solo il 60%), attraverso l’utilizzo di interiora, ossa… insomma tutto ciò che nel pesce è considerato scarto, genera.
E tutta questa energia non poteva che essere accompagnata da un’interessante carta dei vini in costante divenire, ricca di etichette naturali e del territorio romagnolo, e da due proposte di pairing al menù degustazione (6 corse “Dalla testa alla coda” a 75,00 euro), una enoica (3 calici a 30,00 euro, 6 a 40,00) e una composta da soli cocktail (sempre 3 a 30,00, 6 a 40,00). Ci si diverte a partire dai 20,00 euro del Pet Nat Fever di Clos Forano o dagli 8,00 di un Burro e Salvia (rum alla salvia, sciroppo burro e limone, bitter al dragoncello, lime).
I tagli di pescato autoctono (esposto nelle celle frigorifere all’interno) vengono presentati dai ragazzi di sala prima dell’ordine e in qualunque momento del pasto si voglia. Ovviamente viene indicato anche il corrispettivo e la modalità in cui possono essere cucinati e accompagnati, principalmente alla brace. Come già detto, qui la particolarità è la frollatura dei pesci, possibilmente autoctoni e di grossa taglia, che varia dai quattro ai trenta giorni secondo qualità e dimensione per esaltarne il sapore senza comprometterne la consistenza.
Eccoti quindi le foto dei piatti che ho assaggiato.
A questo punto della cena, con l’arrivo dei secondi, la dirompente felicità scaturita dall’assaggio del trancio di tonno mi ha impedito di scattare altre fotografie (mancano all’appello le altre portate, i contorni – gustosi e personali pure quelli – i dolci, la piccola pasticceria e il digestivo del mio amico Policy, che tra l’altro era felice come un Pasqua perché pur vivendo in Romagna non conosceva ancora la Trattoria Da Lucio), obbligando i commensali a una riflessione su quanto le ultime portate cambiassero le “regole del gioco”, disegnando un perfetto filo logico tra tutto ciò che avevo letto sul lavoro di Jacopo e tutto quello che mi aspettavo di ascoltare nella sua cucina.
All’uscita dal ristorante, sì ristorante, perché il termine trattoria a mio avviso richiama l’azzeccata intenzione tradizionale dei due giovani senza però rivelarne a pieno le sfumature, i pensieri, per la felicità degli amici romagnoli con cui avevo cenato, si ripetevano in loop. Quante notti avrei dovuto aspettare per tornarci? Difficile a dirsi. Quante cose avrei voluto ancora assaggiare? Tutte, perché dove c’è musica non può esserci nulla di cattivo (Miguel de Cervantes cit.). Rock and roll Da Lucio ??
Trattoria Da Lucio
Via Amerigo Vespucci, 171
47921 Rimini (RN)
+39 340 974 3459
www.trattoriadalucio.cuoriebbri.com
Menù degustazione:
Dalla testa alla coda (6 corse), 75,00 euro
Piatti alla carta: 12,00/35,00 euro, 5,00/9,00 i contorni mentre vengono segnalati al momento della presentazione i prezzi dei tranci di pescato
Coperto: 3,00 euro
Acqua: 3,00 euro/bott.
PS: il nome “Da Lucio” è stato scelto in onore del figlio di Jacopo, Lucio appunto.