La domanda è sempre la stessa, “come si possono impreziosire le degustazioni che tutti noi appassionati di vino, più o meno ciclicamente, organizziamo con amici o colleghi?”
E’ una domanda che mi frulla in testa già da diverso tempo e che anche tu, se sei avvezzo a questo tipo di situazioni, sicuramente ti sarai posto in alcuni momenti della tua vita.
Le calze per blind tasting, i bicchieri neri, l’ordine di servizio dei vini, i timer, la scelta delle bottiglie, verticali, orizzontali, taverne, ristoranti, chef a domicilio… e chi più ne ha più ne metta, sono solo alcune delle variazioni che abbiamo introdotto tra amici nel corso di quello che non è altro che la condivisione di una passione, un momento di aggregazione e studio, la ricerca della felicità attraverso un sorso di vino.
E adesso?
Mi è sempre piaciuta la sensazione che potresti aver provato quando, uscita la lista produttori presenti di una manifestazione enologica (meglio se naturale), scorrendola ne individui uno che non conosci, magari del quale hai anche sentito parlare, ma che non hai mai avuto l’occasione di incrociare, né lui né una sua bottiglia, e che per qualche inconscio motivo ti ispira.
Non vedi l’ora di presentarti al suo banchetto a scambiare due parole, assaggiare i suoi vini e se ti piacciono “boommm!!!”, acquistarne qualche bottiglia da scavicchiare con gli amici per capirne di più.
Ecco, forse quello che cercavo era proprio questo: portare l’emozione di un “banchetto di Fornovo” a cena con i miei amici.
The Wine Call è nato per questo.
Ma ciò, se hai ascoltato il primo episodio, lo sai già. Come saprai anche che, con lo spostamento o la cancellazione di tutti gli eventi del mondo del vino e l’impossibilità di visitare i produttori, una delle poche vie rimaste per inseguire quell’emozione è quella segnata dalla tecnologia: podcast, video, dirette e quant’altro adesso devono diventare forzatamente il nostro pane quotidiano. Un’alternativa non c’è.
The Wine Call: Daniele Portinari è una monografia su podcast; la puoi ascoltare, da solo o con gli amici, per viaggiare con la mente, in camera o in salotto, al lavoro, in macchina o sul terrazzo mentre prendi il sole.
La qualità audio potrebbe essere migliore, lo so, ma anche così ti accompagnerà a visitare l’azienda di Daniele Portinari, situata tra Verona e Vicenza, ad Alonte, senza mettere un piede fuori casa.
Quindi, bando alle ciance e buon ascolto (Se non ti piace Spotify, lo trovi anche su Spreaker e iTunes).
Perché lui?
Perché la sua è un’azienda relativamente giovane, nata nel 2008, e i suoi vini in primis mi piacciono molto; netti e sinceri, dalla beva assassina, ma profondi come un respiro, mi trasmettono una stupenda fotografia della sua persona e del suo essere padre e vignaiolo.
Non lo definirei un produttore di nicchia, le sue etichette non sono capolavori di marketing che raffigurano personaggi famosi o opere pittoriche che in realtà nulla centrano con il contenuto di molte bottiglie e lavora in una zona, i Colli Berici, per alcuni trascurabile, ma mi ha subito affascinato, prima con il bicchiere e poi con il carattere delle sue parole.
Se non hai ancora ascoltato il podcast, recupera una bottiglia del suo Tai Rosso 2015, rilassati e stappala mentre schiacci play.
Cheers.
Indice contenuti
00:16 Vignaiolo ai tempi del COVID19
03:52 L’azienda
06:27 Gli inizi
10:04 Giovanni Portinari
12:09 Angiolino Maule
13:58 Tai Rosso 2015
19:28 Acciaio, cemento e legno
21:19 Processi mentali di scelta e vinificazione
27:12 Tai Rosso 2015 #2
28:37 Colli Berici, piccola panoramica sugli altri produttori
30:00 Colli Berici, Sud vs Nord
32:45 Consigli enogastronomici per visitare Colli Berici e dintorni
34:23 Fiere ed eventi
35:46 I Colli Berici in Francia e nel resto del mondo
37:06 Progetti per il futuro
Azienda Agricola Daniele Portinari
Via Colombello
36045 Alonte (VI)
+39.3473204880
www.viniportinari.it