Quando penso ai vini rossi della Sicilia, il mio pensiero vola sull’Etna per poi scendere a sud, indeciso se dirigersi verso Vittoria o fermarsi a Noto. Magari da Pierpaolo Messina, dell’azienda agricola Marabino.
Sono stato a trovarlo in cantina un paio di estati fa, quando ancora il Rosso di Contrada non era declinato nel nome dei 6 vigneti appartenenti alla sua famiglia, ma solo in Rosso di Contrada (“il base”), Rosso di Contrada don Paolo e Rosso di Contrada don Pasquale.
Non ti ho mai raccontato della visita, non so il perché. Quello che invece so per certo è che da quel giorno mi sono innamorato dei suoi vini e della sua persona.
È stato lui a suggerirmi la risposta, forse un po’ provocatoria (ma neanche troppo), che ancora oggi utilizzo per rispondere a chi mi chiede cos’è un vino naturale, o quali differenze ci sono tra le varie macrotipologie presenti oggi sul mercato.
Quella mattina settembrina, il tempo era nuvoloso e la visita non era partita nel migliore dei modi perché, nel corso delle presentazioni di rito, mi ero permesso di dire che “anche senza sole, il paesaggio e le vigne rimangono incantevoli“.
Sul viso di Pierpaolo era apparsa un’espressione un po’ stranita, un misto d’incredulità e compassione che subito non avevo compreso.
Siccome il tempo era stato intermittente per tutta la settimana, lo avevo ripetuto altre volte e il risultato era stato sempre lo stesso.
Allora ho capito che non puoi dire a un siculo DOC che la sua terra è bella senza il sole. È come per noi liguri immaginare una Liguria senza mare, o senza l’espressione Belin.
Il resto è stato fantastico.
Dalle sue parole trasparivano immensa passione e rigore, e i suoi vini, come ti ho già detto, mi hanno conquistato e adesso riconoscerei l’Archimede, un Nero d’Avola allevato ad alberello impupato e invecchiato per un anno in botti di ciliegio, in un bicchiere anche con indosso una mascherina FFP2.
Non sai cos’è l’alberello impupato?
L’impianto ad alberello tipico pachinese è detto “impupato” poiché viene “liato“, ovvero si legano i germogli a un tutore di canna e poi successivamente è “mazzunato“, pratica che consiste nel piegare i germogli per inibire la dominanza apicale, come da antica tradizione locale.
Ed è sempre stato lui a insegnarmi l’importanza del vento nei vini della Val di Noto, dove si incontrano le correnti del Mar Tirreno e del Mar Ionio, originando una tempesta di luce che aiuta le funzioni vegetative e riproduttive della vite.
Ho deciso di scrivere questo post quando l’altra sera ho stappato il Rosso di Contrada lenza lunga 2017 e, di nuovo, mi sono emozionato.
La “lenza” nel locale dialetto Siciliano indica un terreno stretto e lungo e questo Nero d’Avola prende il nome dalla forma del vigneto. Appezzamento che sale ondeggiando verso la cima della collina dov’è situata la cantina. Vigneto di circa 4 ettari coltivati a cordone speronato, arriva ad un’altitudine di 60 mt s.l.m., esposto a est e in parte a nord. Il suolo è grigio calcareo ricchissimo di roccia, poco profondo ma ben drenato. Il vino qui assume una magnifica nota balsamica corredata da tannini più fitti e una bilanciata freschezza. Fermenta in acciaio per almeno quindici giorni, segue una maturazione in vasca di un anno e sei mesi di affinamento in bottiglia.
ENP Wine Rating: ✈️✈️ – Prezzo in enoteca: 14 €
Durante quella cena, sono stato costretto dalla curiosità a stappare anche un suo Rosso di Contrada don Pasquale 2017, per provare ad assaporare le differenze conferite dal diverso terroir.
100% Nero d’Avola, ottenuto da un vigneto di mezzo ettaro, esposto a nord, su terra bianca calcarea, con una buona presenza di scheletro. Ci troviamo a 70 mt s.l.m. e l’esposizione a nord dona a questo vino uno slancio verticale che aiuta la piacevolezza del frutto, spesso accompagnato da note salmastre. Vino con meno di 10 mg/lt di SO2 autoprodotta, fermenta in acciaio per venti giorni e matura in vasca sino alla primavera successiva, per poi affinare in bottiglia per almeno sei mesi.
ENP Wine Rating: ✈️✈️ – Prezzo in enoteca: 17 €
La mia curiosità la sto ancora ringraziando adesso. Che buoni!
A scrivere queste poche righe sento un bisogno irrefrenabile di tornare in Sicilia, mi andrebbe bene anche senza il favore del sole. (Il lupo perde il pelo ma non il vizio.)
Società agricola Marabino
Contrada Buonivini
96017 Noto (SR)
+39 335 528 4101
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