Poco più a nord della città di Oristano, nel cuore del Montiferru, si trova un paesino in cui il tempo sembra essersi fermato: Santu Lussurgiu. In questo piccolo borgo medievale, circondato da foreste e numerose sorgenti, è infatti facile perdersi per le sue stradine percorribili solo a piedi (neanche Google Maps riesce a darti una mano, esperienza personale). È conosciuto per l’Abbardente (acquavite), per l’allevamento allo stato brado del Bue Rosso di razza Sardo Modicana (Presidio Slow Food), ottimo per la sua carne, ma anche per il suo latte da cui si produce il formaggio tipico del territorio: il Casizolu (anch’esso Presidio Slow Food), una pasta filata anticamente preparata dalle donne che lavoravano il latte appena munto.
All’interno di Santu Lussurgiu è inoltre presente un altro piccolo gioiellino che merita sicuramente una visita. Parlo dell’Antica Dimora del Gruccione, un albergo diffuso situato nel centro storico del paese, dotato di ristorante e gestito da una storica famiglia che ne possiede l’edificio principale. Però io oggi non voglio parlarti della sua storia, ben raccontata sul loro sito, ma della mia cena in questo luogo incantato.
L’idea di cucina è piuttosto semplice: materie prime locali di qualità, rigorosamente selezionati seguendo i tempi della natura e interpretati dalla chef Sara Congiu con uno stile che si scosta dai piatti della tradizione andando verso un orizzonte più moderno. Il tutto all’interno di un progetto finalizzato alla crescita del territorio attraverso la sinergia con le aziende che lo popolano. Per questo motivo il ristorante propone un menù degustazione unico che cambia giornalmente in base alla reperibilità dei prodotti, tutti con una storia da raccontare.
Bene, è arrivato il momento di mostrarti quali piatti sono stati pensati per la nostra cena… Tanto lo so che non aspettavi altro.
Quella sera, nonostante l’aria frizzantina di metà settembre, abbiamo cenato nel suggestivo giardino della struttura. La Dimora del Gruccione, come già detto, propone solo ed esclusivamente un menù di 5 portate al costo di 45,00 euro a persona. Se si arriva prima dell’ora di cena è poi possibile fare aperitivo con la curata selezione di cocktail proposti dallo staff.
Il piatto che più mi ha colpito è stato il capocollo: grazie a una cottura impeccabile, mentre l’esterno presentava una crosticina ben realizzata e golosa, l’interno risultava tenero e succoso. Di livello anche la cipolla arrosto.
Ottimo anche il pacchero; il sugo, delizioso, grazie alla dolcezza bilanciata dalla ricotta Mustia, lasciava in eredità un’elegante nota affumicata . A completare uno splendido quadro di sapori la melanzana.
Il fico arrosto, seppur semplice, sposandosi con la spiccata sapidità del prosciutto sardo, l’ho trovato proprio un grande inizio. Come il dessert, dove la freschezza della pesca dona al piatto l’acidità giusta per non far risultare il cremoso stucchevole.
Mi ha invece convinto meno il secondo degli antipasti. Anche qui si gioca sul contrasto tra dolce e salato, ma in alcuni punti, per i miei gusti, la dolcezza sovrastava troppo la crema di Casizolu.
Un’altra “perla” dell’Antica Dimora del Gruccione è senza dubbio la sua carta dei vini. Si contano quasi 300 etichette. Una bella ricerca soprattutto di vini sardi e della Borgogna di cui Marco, il sommelier del ristorante, è grande appassionato e frequentatore. Non mancano però etichette nazionali e di altre zone vinicole della Francia. Ovviamente sono presenti anche molti vini naturali e si può iniziare a bere come piace a “noi” partendo dai 35,00 euro richiesti per l’Altea Bianco della cantina Altea Illotto, oppure dai 30,00 euro dell’Arrogusu dell’Azienda Agricola Schirru (leggi il mio post dedicato a questo vino qui!). Sono presenti poi una selezione di etichette al calice (7,00/15,00 euro) e la possibilità di abbinamento al menù degustazione (55,00 euro). È permesso infine anche portarsi una bottiglia dalla propria cantina privata, purché non presente nella loro carta (diritto di tappo fissato a 15,00 euro), una scelta per nulla scontata che ho apprezzato moltissimo.
Ma ora veniamo al vino che ha accompagnato la nostra cena.
Sotto consiglio di Marco la scelta è ricaduta sul Marsannay “La Combe du Pré” 2020 di Jerome Galeyrand. Un Pinot Noir dai due volti: subito apparentemente leggero ed elegantissimo, trasmetteva solo a fine sorso una certa profondità sulla lingua. Poi però, dopo un po’ di ossigenazione, si è fatto più grintoso e coinvolgente, il sorso più ampio e il tannino più avvolgente, tutto ciò senza mai perdere la grande eleganza iniziale e i modi sempre signorili nel concedersi. Veramente una bella scoperta.
Degno di nota anche il servizio, semplicemente perfetto: cordiale e professionale. Per questo devo ringraziare ancora Marco e Angelo, due veri professionisti. Anche il sottofondo musicale è stato particolarmente apprezzato, una playlist che andava dai classici rock di gruppi come i Creedence Clearwater Revival fino al punk dei Clash.
Insomma se ti va di mangiare (molto bene) in un luogo ricco di pace e storia, magari coccolandoti con un ottimo vino, devi assolutamente venire all’Antica Dimora del Gruccione. Scommetto che non te ne pentirai.
Antica Dimora del Gruccione
Via Michele Obinu, 31
09075 Santu Lussurgiu (OR)
+39 0783 552 035
www.anticadimora.com
Menù degustazione, 45,00 euro
Vini naturali in carta: sì
Cagliaritano DOC classe 1984, Esperto Assaggiatore ONAV e consigliere per la delegazione cittadina della medesima, mi son avvicinato al mondo del vino circa una decina di anni fa, innamorandomi fin da subito del movimento “naturale” e in seguito anche delle fantastiche persone che lo popolano. Galeotto fu un seminario di degustazione in 4 serate tenuto a Cagliari da Sandro Sangiorgi, del quale, pur senza capirci a quel tempo una benemerita mazza, ancora ricordo, per filo e per segno, alcuni degli splendidi vini assaggiati. Mi colpirono per la loro istintività, di come allo stesso tempo riuscissero a essere imprevedibili e conviviali. Un sogno? Aprire una piccola enoteca con mescita. Dove? A Cagliari. E dove sennò.