“MACARIO, Bacalar (MX): il miglior ristorante di un vero paradiso naturale?” è il penultimo contenuto realizzato grazie al mio recente giretto in Messico. Ma stai tranquillo, Francesco, oltre a poterti dare tutti i consigli che vuoi per organizzare un eventuale viaggio – nel caso scrivigli! -, di storie da raccontarti sulla terra atzeca ne ha ancora un’infinità. Anche in spagnolo. Eh? Di cosa parlerà l’ultimo? Guarda che dovresti già saperlo, si va a Yaxunah! E comunque, intanto: buona lettura.
Situata quasi al confine con il Belize, la Laguna di Bacalar è un luogo davvero magico. Uno specchio cristallino d’acqua dolce che, a causa di un particolarissimo ecosistema ricco di calcare, uno dei pochi al mondo dove prosperano le stromatoliti (se non hai idea di cosa siano leggi qui), con l’aiuto del sole si tinge di una incredibile e infinita serie di tonalità di blu, dall’azzurro al cobalto e oltre. Se poi ci aggiungi che questa particolare condizione ambientale impedisce la proliferazione di gran parte delle specie animali acquatiche, puoi bene immaginare la quiete che si prova nel solcarne le acque, in barca, canoa o come preferisci. Anche a nuoto. Insomma un vero paradiso. Credimi.
Bacalar, la cittadina che gli dà il nome, invece è un luogo piuttosto anonimo e decisamente tranquillo, anche fortunatamente direi, siccome qualora si convertisse al turismo di massa a farne le spese sarebbe subito il delicato ecosistema lagunare. Cosa che tra l’altro, mi è sembrato di capire, stia già accadendo. Ma d’altronde tutto il mondo è paese…
Beh, a parte il coloniale Forte di San Felipe de Bacalar, eretto dai conquistadores spagnoli nel XIII secolo per difendersi dai pirati, qui non ci sono siti di grande interesse, mirabolanti edifici o cose del genere. Altresì la scena gastronomica cittadina, pur potendosi proporre a prezzi discretamente sostenuti grazie al movimento comunque generato dalla laguna, nelle solite ricerche “preventive”, non mi era parsa così stimolante.
E infatti, quella sera con Pula avevamo pensato di restare in albergo. Tanto la magnifica “giornata acquatica” appena trascorsa aveva già appagato pienamente le nostre anime e per quanto riguarda lo stomaco, per colpa dei quasi onnipresenti pizza e sushi nei menù dei locali della zona, non ero riuscito a pensare a nulla di meglio di un paio di cocktail al tramonto sorseggiati con i piedi a bagno nel giardino della struttura. Un taco o una quesadilla, come spesso era accaduto in quel viaggio, avrebbero fatto egregiamente il resto.
Ecco, peccato solo che cazzeggiando sui social, tra le tante foto scattate dai turisti passati per Bacalar, mi sia passata davanti la foto di un sashimi dall’aria piuttosto interessante, oltre che messicana, ben impiattato, né pacchiano né fatiscente e… Dieci minuti dopo eravamo già seduti in uno dei tavoli di Macario. Il resto te lo racconto dopo le fotografie scattate quella sera.
Macario è il ristorante aperto da Ricardo Méndez a Bacalar nel novembre del 2019, dopo l’esperienza nelle cucine di Pujol a CDMX. Qui, in un bucolico e rigoglioso giardino, per intenderci simile allo stile Jungle che regna a Tulum, è possibile gustare una cucina contemporanea messicana di grande spessore, arricchita da diverse sfumature europee, per non dire italiane, come la pasta fresca e i risotti, ma che conserva l’intensa ricchezza dei sapori tradizionali e l’utilizzo di ingredienti esclusivamente autoctoni come costante.
Non c’è un degustazione, si possono scegliere i piatti da un menù di una quindicina di portate, dolci compresi, che variano stagionalmente secondo quello lo chef riesce a trovare al mercato o nelle fattorie vicine. In attesa della costruzione della propria, l’ultimo progetto a cui sta lavorando.
Molto rinfrescanti, quasi taglienti eppure bilanciati, gli antipasti; il sashimi con la profondità del suo intingolo spiccava su tutti. Anche la pasta in sé non mi è dispiaciuta, ma sul condimento c’è ancora bisogno di lavorare siccome tra zucca, noci e formaggio il risultato appariva piuttosto piatto. Entusiasmante il gioco di sapori tra il mole e la purea di cavolfiore, goloso senza essere stucchevole il dolce.
Per quanto riguarda l’accompagnamento liquido, nonostante sia presente una piccola carta dei vini, un po’ per il solito range di prezzi messicano, un po’ perché pretendere di bere “naturale” a Bacalar per il momento mi sembrerebbe troppo, siamo felicemente andati di cocktail. Come potresti aver già capito dai precedenti post, in Messico, ho davvero trovato un livello altissimo e anche da Macario la curata proposta di Alberto Álvarez (adesso in forza all’Ahau di Tulum) mi ha davvero divertito sposandosi decisamente bene con il carattere della cucina del ristorante.
Quello che conta davvero, però, è che in quel giardino sono stato proprio bene, trovando in Macario e nella proposta ideata da Ricardo Méndez il giusto contrappunto gastronomico alla bellezza, unica e mozzafiato, di Bacalar. Dando un’occhiata a questo breve video, capirai subito cosa sto dicendo. Garantito.
Macario
Avenida 3, C. 0 esquina, Magisterial
77930 Bacalar, Q.R. (MX)
+52 983 192 8168
www.macariobacalar.mx
Piatti alla carta da 100,00 a 800,00 pesos (circa da 5,00 a 40,00 euro)
Vini naturali in carta: no
Nato a Genova non troppi anni fa (più o meno), passo l’adolescenza a chiedermi perché abbia sempre preferito un raviolo cotto sulla stufa a un’exogino, o ancora cosa mi avesse spinto, ancora infante, a scolarmi tutti i fondi di Moscato d’Asti lasciati incustoditi dagli adulti, dopo il brindisi di capodanno, incappando nella mia prima ciucca. Intanto, diventato prima Sommelier Professionista AIS e poi Assaggiatore ONAF, dopo svariate esperienze nel mondo della ristorazione, tra cui il servizio dei vini al ristorante “La Terrazza” del Belmond Hotel Splendido a Portofino, dall’ottobre del 2016 sono entrato a far parte dell’Elenco regionale degli Esperti Degustatori dei Vini D.O.C. presso la Camera di Commercio di Genova per poi bla bla bla… Perdonami, mi sto annoiando da solo. Beh, ti prego di mantenere il segreto, ma sappi che ancora oggi, nonostante sospetti sia colpa degli uomini della mia famiglia, del nonno paterno, commerciante di vino in giro per il nord Italia, di quello materno, agricoltore, combattente e scrittore, e di mio padre, agronomo mancato con il tocco per la fotografia, continuo a chiedermelo qui su Enoplane.com.