Storie autentiche di vino, cibo e persone

Se qualcuno sussurrasse all’orecchio di un moderno wine lover la parola “Jura” e magari proseguisse elencando senza remore termini come “Vin Jaune” o “Savagnin”, otterrebbe dallo stesso uno spettro di reazioni che vanno dal pisciarsi addosso al… lasciamo perdere.
Quello che ci interessa, però, è che oggi i vini provenienti dallo Jura, uno spicchio del dipartimento della Bourgogne-Franche-Comté, regione istituita con la riforma del 2014, rappresentano un caposaldo nello scenario enologico francese dell’alta qualità e che gli amanti del vino di tutto il mondo oramai li bramano quanto quelli delle altre più rinomate regioni d’oltralpe.
Tutto ciò dipende soprattutto dal lavoro di alcuni illuminati produttori come Jean François Ganevat, Pierre Overnoy, Alain Labet… che da due o tre decenni, certamente con spirito di emulazione verso la vicina Borgogna, hanno conferito allo Jura una nuova e irresistibile identità vitivinicola.

Eccoti quindi 11 curiosità per iniziare a “bagnarti” con i suoi vini. Se credevi che fossero davvero 175, mi dispiace per te, era solo un po’ di bieco marketing. E credo che abbia funzionato.

  1. Ad oggi in Jura gli ettari vitati sono circa 2000. Eppure pensa che nel 1800 si parlava di più di 15000, mentre di soli 300 trent’anni fa, a testimonianza della recente rinascita della regione e della devastazione portata dalla filossera e dalle guerre mondiali.
  2. Le millenarie colline della regione, originatesi in seguito alla formazione dell’arco alpino, sono formate principalmente da marne giurassiche sovrastate da uno strato di calcare e garantiscono ai vini, bianchi o rossi che siano, grande finezza e struttura.
  3. Il clima è semicontinentale: 10,5 gradi di media con una grande escursione termica,  molta pioggia e non troppo sole hanno reso obbligatoria un’accurata quanto misurata scelta del posizionamento dei vigneti.
  4. In Jura convivono due anime: quella tradizionale ossidativa del Vin Jaune e dei Vin de Voile (anch’essi sotto flor ma per meno tempo rispetto ai Vin Jaune), e quella “moderna”  ouillé dei vini realizzati in botti colme. Se vuoi saperne di più sull’ossidazione nel vino dai un’occhiata qui.
  5. Lo Chardonnay, coltivato nel territorio già nel decimo secolo e chiamato col nome di Melon d’Arbois, Moular o Gamay Blanc è la varietà più coltivata (più del 50%).
  6. Il Savagnin è un’uva autoctona geneticamente molto simile al Gewurztraminer che con i suoi 300 ettari vitati rappresenta circa il 15% del vigneto giurassiano ed è l’uva utilizzata per la produzione del mitico Vin Jaune.
  7. Il Vin Jauneil cui nome nasce dal tipico colore giallo dorato, ha il suo terroir di elezione nell’AOC Chateau-Chalon, anche se è possibile produrlo anche nelle AOC Arbois, L’Etoile e Cote de Jura. L’origine del metodo di produzione di questo vino è sconosciuta mentre la tecnica di vinificazione consiste in un insieme di regole molto severe: si usa solo Savagnin raccolto tardivamente che viene affinato in tonneau di legno per sei anni e tre mesi in botti scolme senza che vengano effettuati né travasi né colmature. Una volta terminato l’affinamento il vino viene imbottigliato all’interno delle tradizionali “Clavelin”, bottiglie da 62 cl il cui volume dipende tradizionalmente dal quantitativo di vino rimanente dopo la vinificazione e l’affinamento di 100 cl di mosto.
  8. Come il Savagnin, anche il Poulsardo Ploussard, un’uva a bacca rossa, è un vitigno autoctono, dalla buccia molto fine e con una scarsa carica antocianica, che si è diffuso in Jura a partire dal quindicesimo secolo. Attualmente è la seconda varietà più coltivata della zona (circa il 20%).
  9. Cotes Du Jura (1937) è la più estesa AOC del territorio. Si estende da nord a sud, per circa 550 ettari di vigneto dove sono coltivate tutte e cinque le uve principali: Chardonnay, Savagnin, Poulsard, Trousseau e Pinot Noir. La grande maggioranza dei vini prodotti in questa AOC sono bianchi.
  10. Il Vin de Paille (vino di paglia) è un vino tipico dolce che può essere prodotto con uve Chardonnay, Savagnin, Poulsard e Trousseau (il Pinot Noir non è ammesso) all’intero delle denominazioni Cotes du Jura, Arbois e l’Étoile.
  11. Lasciando perdere per un attimo per il vino, sappi che il Comté, uno dei formaggi a latte crudo più consumati e famosi di Francia, nasce quiPur essendo un formaggio artigianale è prodotto da circa 150 piccoli produttori, in stabilimenti detti fruitières, dal latte di vacche di sola razza Montbéliarde e Simmental francese che pascolano per nove mesi all’anno e vengono alimentate con fieno locale nel periodo invernale. Ogni tipo di OGM o insilato è severamente proibito dal disciplinare e il concetto di terroir è talmente radicato nella sua produzione che ogni casaro deve raccogliere il latte dagli allevamenti situati in un diametro massimo di 25 km dal caseificio.

E adesso eccoti tre recenti assaggi giurassici che mi hanno veramente emozionato.

 

VdF Chardonnay “Au Fil des Génerations” 2017 di Philippe Bornard (Pupillin – FR)

In un’annata dove le gelate primaverili hanno portato alla perdita quasi totale del raccolto, la coesione della famiglia Bornard tira fuori dal cilindro un tributo al “non arrendersi mai”, giocato su di una tagliente rusticità e il calore della stirpe.

Prezzo in enoteca: 50,00 €

 

Arbois Blanc “l’Oubliée” 2016 di Domaine de la Renardiere (Pupillin – FR)

Vini Jura Arbois Pupillin L’Oublée

Una vendemmia tardiva di Chardonnay, con l’aggiunta un minuscolo saldo di Savagnin, affinata in rovere nuovo che stupisce tanto per il perfetto equilibrio tra struttura e acidità quanto per finezza e mineralità.

Prezzo in enoteca: 35,00 €

 

Côtes du Jura “Les Singuliers” 201 di Domaine Labet (Rotalier – FR)

Vini Jura Les Singuliers Labet

Chardonnay (95%) e Savagnin provenienti da vigne di sessant’anni danno vita a un Vin de Voile di un’eleganza multidimensionale talmente millimetrica da lasciare basiti. E meno male che Labet è diventato famoso per i bianchi in stile ouillé.

Prezzo in enoteca: 50,00 €