Incastonata tra la Borgogna e la Svizzera, non senza sentirne le influenze, terra natia di etichette e produttori oramai divenuti leggendari, come di un formaggio che fa impazzire anche noi italiani, ma non solo… Insomma, dopo una serie di viaggi, con una guida piena zeppa di consigli per mangiare e bere bene in Jura, sbarcano su Enoplane.com due nostri grandi amici: Diletta e Marco alias Bevitori Apuani. Buona lettura!
Negli ultimi 3 anni il nostro appuntamento fisso primaverile è con un dipartimento francese che secondo qualcuno non esiste, lo Jura. Siamo infatti appena rientrati da un ultimo viaggio (forse immaginario, chissà…) che non vediamo l’ora di raccontarti attraverso una piccola guida in due episodi. Per adesso…
Il verde intenso dei prati, le Montbéliard bianche e marroni al pascolo che ti guardano curiose senza smettere di masticare, i boschi, il gradino di marna sovrastato dal cielo bianco e azzurro, i tetti appuntiti delle case che fanno capolino tra le curve…: è questa la fotografia impressa nel nostro cuore.
NB: mentre ti perdi in tutta questa poesia, tieni però sempre d’occhio i limiti di velocità sulle strade principali, perché almeno una multa la prenderai. Quei mostri metallici sono poco visibili!
Beh, i consigli che stiamo per regalarti riguardano la zona chiamata Revermont, una lunga striscia di terra sulla quale sono concentrati i vigneti tra la pianura e l’altopiano. Partiamo?
ARBOIS
Cantine che ci sono piaciute
Lucien Aviet – Caveau de Bacchus
I vini di Lucien e Vincent non ci hanno mai deluso e, come ci disse Guido della Locanda Mariella, il loro Trousseau è veramente tra i più buoni mai assaggiati. Il benvenuto fuori dal caveau te lo dà un manichino sorridente in bilico su una trave. La degustazione si fa in cantina tra le grosse botti di legno e tanti dettagli curiosi da osservare o leggere.
Gli assaggi? Il Trousseau 2023, il Ploussard 2022, il Trousseau 2022 Bruyères-Rosière (il nome deriva dalle due omonime parcelle vendemmiate e vinificate insieme)… Tra i bianchi invece, prima di perderci nei Savagnin e nel Vin Jaune, abbiamo riscoperto un vitigno autoctono poco conosciuto ma davvero interessante, il Melon a queue rouge (a coda rossa, per il colore del gambo quando matura l’uva).
Ma la vera protagonista è stata la Cuvée des Sorciers “l’Étrange” 2012, disponibile solo in magnum. Un Savagnin che ha continuato a fermentare per 6 anni in botte non ouillé, senza mai creare il velo, ma restando protetto solo dai gas emessi. Alice, la moglie di Vincent, sorride: “Abbiamo lasciato che la natura facesse il suo corso senza intervenire ed eccolo qua pronto.” Frutta gialla e frutta secca al naso, piacevolmente persistente in bocca, rotondo con equilibrata acidità e note balsamiche. Un seducente trionfo di freschezza, ricchezza e complessità.
Inoltre quest’anno abbiamo voluto portare a casa un souvenir speciale: una lampada creata a mano con un clavelin (la tipica bottiglia da 62 cl per il Vin Jaune). Che te ne pare?
Domaine Foret
Lo conoscevamo solo di nome per il suo Macvin e ci siamo fermati davanti alla sua azienda un sabato mattina senza appuntamento. Ai piedi della collina su cui svetta la Tour de Curon, siamo scesi dalla macchina incuriositi dalle tante sculture in ferro battuto disseminate lungo tutta la facciata della casa/cantina. Senza che ce ne accorgessimo, Frédéric, l’artista-vignaiolo di Arbois, ci stava già osservando divertito mentre scattavamo foto con aulico stupore (“Wow!” “Che figata!” “Ganzissimo!”) … ”Bonjour! Volete assaggiare qualche vino?”. Non ce lo siamo fatti ripetere due volte.
Ah, il Macvin? Formidable! Color ambra, arriva potente al naso in un bouquet fruttato, prosegue in un gusto intenso e vivace in bocca dove spiccano note di susina matura, caramello e frutta secca.
Dove bere e mangiare… Bene!
Un ritrovo affollato per vignaioli e viaggiatori assetati che offre a pranzo un menù economico senza pretese (una sola portata 12,00 euro, piatto del giorno e piccolo buffet a 16,00, ovviamente bevande escluse) e una bellissima scelta di vini locali esposti sugli scaffali a mo’ di carta, tra cui un angolo dedicato alle dernières (le ultime). Ah, i cani sono ammessi, anche quelli di grossa taglia. Grossissima.
Ristorante piuttosto elegante di cucina contemporanea francese dove è possibile mangiare alla carta o scegliere un menù degustazione ad un prezzo molto conveniente (37,00 euro a cena con un antipasto, un piatto principale a scelta tra 2 opzioni e un dessert o piattino di formaggi locali). Una piccola nota dolente: il petto d’anatra era un po’ troppo duro sotto i denti. Inoltre, diversamente non te ne staremmo parlando, ha un’interessante carta dei vini, principalmente locali e della vicina Borgogna, dove potrai trovare diverse chicche.
Un bar aperto tutto il giorno e dotato di alcuni incantevoli tavolini all’aperto tra la chiesa di St-Just e il ponte sul fiume Cuisance. Alcune sere offre musica dal vivo e se chiedi un pastis, ti verrà servito rigorosamente con l’ottimo Pontarlier-Anis della locale distilleria artigianale GUY.
Nella piazza centrale di Arbois, Place de la Liberté, puoi trovare questa storica e pluripremiata cioccolateria dove vorrai assaggiare tutto. Almeno finché non trovi il tuo “preferito”, come nel film Chocolat.
Non vorrai tornare a casa a mani vuote? (negozi)
Poteva una guida per mangiare e bere bene in Jura non includere un paio di nominativi di botteghe come si deve? Beh, sempre in Place de la Liberté si trova il negozio, nomen omen ma non solo, Essencia – La Cave de Comte’ (formaggi, vini ed altre prelibatezze locali), mentre poco dopo, sul lato opposto lungo la Grand Rue, non puoi non farti un giretto da Les Jardins de St-Vincent, un’enoteca molto ben fornita che ha anche uno shop online ed è uno dei segreti di Pulcinella di diversi ristoratori che oggi si fanno passare per grandi ricercatori di etichette e materie prime in terra francese.
PUPILLIN
Cantine che ci sono piaciute
Domaine Renaud Bruyère et Adeline Houillon
Seduti al tavolo della loro cucina insieme ad altri ragazzi venuti dal Canada, con in mano un vasetto di fossili marini raccolti nei campi, intervallati dalle strilla dei loro figli che litigano giocando a palla nella stanza accanto, abbiamo ascoltato incantati i racconti di questi due vignaioli mentre ci facevano assaggiare il vino da diverse brocche di ceramica, perché preso direttamente dalle botti giù in cantina, e da alcune bottiglie non etichettate. Il tema principale è il pieno rispetto per la natura con i suoi tempi imprevedibili, con la diversità delle stagioni che ormai variano di anno in anno. E se un’annata risulta scarsa? Pazienza, si aspetteranno tempi migliori, senza stressare le piante e senza aggiustamenti in cantina. “È la natura che decide”. Magari lo saprai già, ma tutta la loro esigua produzione risulta assegnata e in Italia per colpa della speculazione le loro etichette girano a prezzi davvero folli.
Oltre alla bontà della natura viva nei calici, su tutti il più emozionante è stato un Ploussard dalla botte, credo la 2022, di un rosso rubino piacevolmente torbido, denso di materia da sembrare un succo di frutta, una bevuta allegra con una bella acidità e note leggere di spezie e di rosa. Ciò che ha reso piacevole l’incontro è stata proprio l’armonia che traspariva dai padroni di casa, dal tono pacato delle loro parole, insomma una situazione di pace che ci ha fatto perdere il senso del tempo – non saremmo più voluti andar via! -, nonché arrivare tutti in ritardo a cena. Dove? Al Grapiot naturalmente, giusto dall’altra parte della strada! Ma ne parliamo dopo.
Ah, nel corso della degustazione, attraverso le tende, a un certo punto, abbiamo visto passare il loro vicino di casa, il leggendario Pierre Overnoy a spasso il cane. Fai tu…
Domaine Bornard
La volpe che arrivò all’uva. Figlio di Philippe, Toni ha preso in mano l’azienda che è di famiglia da generazioni e ci ha dato appuntamento nella nuovissima cantina lungo la strada principale del paese. Impossibile non notarla: ogni dettaglio è arancione, dalle sue scarpe al motorino elettrico, dalle ante della cucina alle sue inconfondibili etichette.
Qui, iniziando da due prove di Ploussard non ancora in vendita, abbiamo assaggiato diversi vini tra cui un elegantissimo La Chamade 2022 e lo Chardonnay “Au Fil de Generations” (annate 2017+2019), la cui etichetta riprende il disegno originale della prima generazione dei Bornard vignerons, quindi di Gabriel, che è conservata in un quadretto che Toni ci fa passare di mano in mano; scesi in cantina ad assaggiare direttamente dalle botti, ci ha invece impressionato la profonda diversità tra due annate del Savagnin Les Chassagnes. Buonissime entrambe, eh.
La sua cagnolona stanca, Georgette, ci segue senza mai perderci di vista mentre Toni racconta che, da quando il padre è andato in pensione, sta modificando totalmente i metodi di coltivazione della vite e facendo diverse prove di vinificazione in cantina (ad esempio Les Chassagnes faceva prima affinamento in anfora e ora lo fa in botte grande), all’inseguimento di vini sempre più “sinceri”… Tu, per saperne di più, non mancare di passare a trovarlo.
Dove bere e mangiare… Bene!
Le Grapiot (temporaneamente chiuso per cambio gestione)
Eravamo stati attirati in questo ristorante, l’unico di Pupillin, dalle foto viste sui social del carrello dei formaggi: un vero e proprio tripudio. Cucina francese piuttosto classica, ottima carta dei vini. C’è grande attesa per la riapertura. Se ti capitasse di mangiarci prima di noi, facci sapere come ti sei trovato, ok?
Giusto un paio di curiosità su Pupillin
Uno splendido belvedere
A pochi passi dalla strada principale, segnalato da un cartello proprio di fronte alla nuova costruzione di Toni Bornard, puoi facilmente trovare un suggestivo punto panoramico sui vigneti sottostanti. Qui un gazebo in legno con la mappa illustrata ti spiegherà la visuale che si apre davanti a te a 180°. Ci sono poi a disposizione anche alcuni tavoli in cemento con panche e una zona per grigliare, magari in compagnia di una bella bottiglia di ploussard (o poulsard), il vitigno per eccellenza di Pupillin.
Passeggiare tra i vigneti
In questo piccolissimo paese, non dimenticarti di fare una bella passeggiata tra i sentieri che corrono in collina tra i vigneti dei produttori più noti. È qui che troverai anche la grande e famosa scritta hollywoodiana “Pupillin” per una splendida, anche se un po’ scontata, foto ricordo.
Beh, siamo convinti che per questo primo episodio della nostra guida per bere e mangiare bene in Jura sia abbastanza. Ci sentiamo tra pochissimo per il secondo!
Nati a Carrara nei primi anni 80, non siamo altro che due appassionati di vino a tempo pieno e lavoratori in tutt’altro settore nel tempo libero. E infatti spendiamo tutto ciò che guadagniamo in vino, viaggi e pezzi di Modernariato con la m maiuscola. Da quando poi il nostro girovagare si è concentrato su etichette artigianali e buona cucina, anche e soprattutto grazie alle persone incontrate, ogni esperienza è risultata indimenticabile, rendendo inutile, oltre che praticamente impossibile, realizzare una classifica dei nostri posti preferiti. Se da sempre, per condividerne emozioni e ricordi, scriviamo a penna, con grande piacere, piccole guide per gli amici, adesso è arrivato il momento di farlo virtualmente qui su Enoplane.com. Pronto a partire con noi?