Già da qualche anno non mi azzardavo più a percorrere la strada che collega Rapallo a Portofino. Troppa la paura che quella infida colata d’asfalto, sospesa tra il Mar Ligure e l’Appenino, con il suo panorama sognante e una dimensione unica, praticamente sempre fuori dal tempo, potesse riaccendere in me la nostalgia del periodo lavorativo trascorso allo Splendido, l’iconico hotel che domina il Parco di Portofino.
Giovedì 15 giugno, però, diversi pensieri mi hanno convinto a superare questo stupido empasse, partecipando alla Derthona Experience – Viaggio nel Timorasso, un evento promosso negli spazi esterni, chiatta galleggiante compresa, de La Gritta dal Corsorzio Tutela Vini Cortonesi.
Quali pensieri? Se mi vuoi concedere qualche minuto del tuo tempo, in ordine casuale, proverò a raccontarteli. Diversamente – perdona il piccolo spoiler – salta pure avanti di qualche riga, ma non lasciarti sfuggire il discorso tenuto da Diego Sorba in apertura della masterclass circa la versatilità della perla bianca del tortonese.
La presenza di un manipolo di produttori tra i più rappresentativi della zona: Mariotto, Boveri, Repetto, Volpi e De Alessandrini di Neuenstein (Sassaia). E il fatto che a guidarli non poteva che esserci Walter Massa, l’uomo che ha inventato riscoperto il Timorasso, che con la sua intuizione, imbottigliata nei primi anni 90, ha regalato un grande sogno, prestigio e un futuro “differente” a un intero territorio che con l’arrivo della filossera aveva preferito virare sulla floricoltura. Fossimo ancora ai tempi di Veronelli, una figura che meriterebbe certamente la pubblicazione di un nuovo volume de “I semi”.
La consapevolezza che del Consorzio di Tutela dei Vini Tortonesi ne fanno parte i più svariati vignerons, a prescindere dalle ideologie stilistiche e produttive di ciascuno, con il solo e unico desiderio circa la valorizzazione della propria terra. Due dei consiglieri sono infatti Daniele Ricci di Cascina San Leto e Alessandro Poretti di Valli Unite. Poi è chiaro che in un “condominio” uno ci deve vivere… Ma il percorso intrapreso sino a qui non mi è parso per nulla di comodo, inopportuno o scontato. Il futuro spero continuerà a parlare da sé.
La possibilità di assaggiare due versioni di Timorasso che definire curiose sarebbe come sminuirle. Il risultato dell’appassionata opera svolta in Ucraina, nel Mykolaïv, dall’enologo Bisso Atanasov per l’azienda Beykush e il frutto della collaborazione iniziata nel 2016 tra Sassaia e l’enologo francese Pierre Naigeon per testare l’incontro delle pratiche borgognoni con il terroir piemontese. Il tutto messo a confronto in due differenti annate, 2019 e 2021, con le bottiglie istituzionali prodotte dal Consorzio.
La certezza di trovare diverse etichette con qualche anno sulle spalle per comprendere appieno l’oramai rinomato potenziale evolutivo, il cambio di passo donatogli dallo scorrere del tempo. Dai, oggi tutti sanno che il Timorasso dopo qualche anno passato a riposare in bottiglia dà il meglio di sé. Mica lo chiamano il Barolo bianco solo perché è piemontese. Non mi credi? In questo periodo hai mica assaggiato chessò uno Sterpi 2007 dell’onnipresente Walter Massa? (Sposami Walter.)
Il piacere di poter trascorrere qualche ora in compagnia di nuovi e vecchi amici come Gloria Mainella, Chiara Campora, Davide Cannavino, Matteo Circella, Guido Porrati, Fabio Vullo, Matteo Cagnolari, Giorgio Minestrini, Matteo Benvenuto… D’altronde come riportato sulla locandina della giornata citando Libero Bovio: “L’acqua divide gli uomini, il vino li unisce”.
Per ultimo, di certo non per importanza, il fatto che a condurre la masterclass di questa Derthona Exsperience ci fosse, come già detto in precedenza, Diego Sorba.
Fatico a credere di non averti mai raccontato che il suo Tabarro è sempre stato uno dei miei luoghi del cuore, un’imprescindibile tappa di ogniqualvolta mi sono trovato a passare per Parma, un’inesauribile fonte di giubilo e ispirazione, non solo enogastronomica. Appollaiato nella penombra su di uno sgabello davanti al bancone, mangiucchiando qualcosa, non solo con lo scopo di attenuare gli effetti dell’alcol, spesso del Sant’Ilario dalla lunga stagionatura tagliato al coltello o un po’ cavallo pesto, ero in grado di nascondermici per ore ed ore. Quasi in silenzio. Ad ascoltare la poesia che fuoriusciva dalla bocca di quel irsuto e dissacrante oste in risposta agli stimoli lanciati dai tanti clienti, affezionati o di passaggio, appassionati o indifferenti. E infatti non posso negarti che recentemente, quando ho appreso del suo passo indietro, mi è scesa una lacrimuccia. Forse due. Che l’UNESCO non si sia ancora mossa per proteggere figure di tale possanza, intellettuale eh, enotecari e bottegai compresi, mi pare proprio un’assurdità. Mondo cane (Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco Prosperi, 1962, Angelo Rizzoli)!
Derthona.
Ovvero, “ter-(3)-dona”, per trasposizione delle consonanti dentali.
“Tortona è simile a un leone, in virtù di tre doni” – sta scritto sullo stemma cittadino.
Intanto, è un leone rampante, mica uno di quelli che sbadigliano sotto i baobab dello Ngorongoro. Poi, quali sarebbero, questi tre doni?
Per tradizione, ci si rifarebbe a concetti astratti, ma li vediamo più sotto, quando sarà ora.
Visto che ci troviamo qui per un incontro di lavoro ben specifico, andiamo al sodo: questi doni sono la barbera, la croatina e – finalmente, dalla fine degli anni ’80, come un ritrovamento di archeologia ampelografica – il nostro Timorasso.
Cioè, allargando per un attimo la visuale:
1. vitigni di enorme talento;
2. terreni e suoli estremamente vocati;
3. uomini capaci nel Gioco di Squadra.
Care convenute, cari convenuti, cari Bevitori qui presenti vorrei a questo punto leggervi la formazione di una Squadra vincente.
Ci metto dentro tutti, in grado di peso specifico paesaggistico, umano, cronologico, ma inevitabilmente anche in ordine sparso: giocatori, panchinari, nuovi acquisti, Staff, Dirigenti, massaggiatori, magazzinieri, ognuno con il suo ruolo e apporto fondamentale:
(NdDS: la seguente formazione va letta con voce impostata da radiocronista anni ’20, quasi dovesse trattarsi di una delle gloriose compagini calcistiche che componevano il fatidico “Quadrilatero Piemontese” – Pro Vercelli, Novara, Casale, Alessandria, non siamo poi così lontani, del resto…)
– Borbera
– Curone
– Grue
– Ossona
– Spinti
– Scrivia
– Monleale
– Libarna
– Massa (ala sinistra, imprendibile)
– Mariotto (genio e sregolatezza)
– Boveri (centrocampista difensivo, col fiuto del gol)
– De Alessandrini *
– Repetto *
– Beykush *
* (rinforzi più recenti, questi ultimi tre, sul mercato anche straniero)
– Pigi (Magazziniere Capo)
– Coppi Faustino **
– Coppi Serse **
** (Presidenti Onorari)
… e via, giù tutti gli altri…
– Costa
– Vescovato
– Montale
– Cerri
– Santagata
– Fossili
– Ricci
– San Leto
– Bandiera
– Volpi
– Colombera
– Cerreto
– Avolasca
– Sarizzola
– Garbagna
– Montegioco
– Vho
– Montemarzino
– Da Giuseppe
– Bandiera
– Pelizza
– Corona
– Giarolo
– Belvedere
– eccetera…
Mi fermo qui, anche se andrebbero menzionati per intero il Settore Giovanile, se non altro per il fatto che saranno proprio loro a giocarsi il Campionato del futuro…
Allenatore: Cavanna (questa la capisce solo chi è un amante del ciclismo “vintage” quanto me…)
Ordunque, stampatevela bene in testa, la “Rosa” di questa Squadra.
Non so come si debbano contare le promozioni, nell’ambito del vino.
Non so quanti anni valgono 12 mesi di botte o vasca, quanti ce ne vogliono in pensiero o visione, in termini di anni del Calendario reale − per cani e gatti, è più facile, si dice che il rapporto sia 1 a 7, ma per i “Grandi Felini” che fanno il vino nella savana Tortonese davvero non saprei quantificare.
Sta di fatto che in 35 anni questa “squadraccia” della Provincia più Provincia della Provincia, degli affluenti delle convalli delle valli minori, questo territorio “del piffero” come purtroppo la “Storia dei Vincenti” ne ha decretati, scartandoli e dimenticandoli, tanti, anzi troppi, che si sono dovuti sopportare il giogo del destino di Squadre da Serie B o C e inferiori, Dilettanti, Eccellenza, Amatori, ebbene dicevo in soli tre decenni questa Squadra fortissima si è guadagnata, con merito e senza favoritismi, la Categoria Superiore, la massima Serie.
(NdDS #2: a proposito, se l’anno scorso si celebrava il Centenario della prima storica Promozione del Derthona Calcio, mentre contemporaneamente in quegli stessi mesi del 1922 la Novese vinceva il Campionato, beh allora forse è un segno: l’ora del Primo Scudetto nel Campionato dei Vitigni d’Italia sembra vicina…)
E come ha fatto?
Semplicemente, passandosela.
Correndo a pieni polmoni.
Lottando sul pallone.
Coltivando Bellezza – sta scritto sui cartelli di delimitazione del territorio dei Colli Tortonesi, ed eccoci cosı̀ tornati su quei “concetti astratti” su cui per tradizione si fonda il fatidico mito dei “tre doni”: Coraggio, Gentilezza, Generosità, tutte doti fondamentali per il successo di una Squadra.
Facendo in modo di essere “UN TERRITORIO – UN VINO – UN VITIGNO”.
La città di Tortona si prende tutti gli applausi, con il suo antico nome latino DERTHONA finito in etichetta, e il suo bel campanile con sopra la statuona placcata oro della Madonna della Guardia.
Il Territorio invece è là fuori, là sopra, dalle colline all’Appennino.
Ci si inerpica per calanchi, fondovalli e strade strette, salite e discese ripidissime, le stesse che pedalavano i Campionissimi.
Rino Negri, memoria storica degli anni gloriosi del nostro Giornalismo, aveva scritto: “Chi non ha avuto la fortuna di vedere Coppi volare in piedi sui pedali ha perso qualcosa di veramente incancellabile”.
Ecco, a me in queste parole pare di vedere il Timorasso, un vitigno fuggitivo che nelle tappe in salita stacca tutti.
E come ebbe a dire Nicolò Carosio nel 1946, per tappare la voragine temporale dei 14 minuti primi di distacco con cui l’Airone di Castellania umiliò gli altri concorrenti sul traguardo della Milano-Sanremo: “In attesa dell’arrivo del secondo, trasmettiamo musica da ballo”…
Diego Sorba
Le fotografie utilizzate per i collage all’inizio del post e per la copertina in toon sono state gentilmente concesse dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi