Raccontarti adesso di Casa Ramen Super, il secondo locale aperto a Milano da Luca Catalfamo nel 2017, non ti suonerà certamente come una novità. Eppure sono convinto che a volte serva un qualcosa che ci salvi dalla marea di mode del momento, in questo caso enogastronomiche, ricordandoci le cose importanti. Cosa sto dicendo? Quali cose importanti? Tranquillo, non sono impazzito, sto solo dicendo che da Casa Ramen Super si sta sempre dannatamente bene.
Sarà perché, rispetto a Casa Ramen, offre il comfort di prenotare un tavolo con un paio di click? O perché i ragazzi di sala sono sempre molto gentili e preparati? Oppure perché tra una minuta selezione di sake in cui c’è sempre qualcosa di interessante da provare, qualche bottiglia/calice di vino naturale e una manciata di birre la sete non è mai un problema? O ancora perché, pur presentandosi come un ristorante “monopiatto”, in realtà propone una cucina, a volte lievemente contaminata dalla cultura dello Stivale, centrata e gustosa? Sì certo, ma soprattutto perché il suo ramen mi ha sempre confortato divertendomi assai.
Questa volta ho provato un paitan triplo chashu, una tipologia di ramen dove il termine paitan significa “zuppa bianca”, un riferimento alla nuvolosità del brodo ottenuta emulsionandovi il grasso di pollo con il fine di donargli una consistenza più ricca e cremosa, completato con uovo marinato, germogli di soia, cipollotto e 3 tipi di chashu (maiale), uno più scioglievole dell’altro. Ecco, per quanto non ci stia male, magari non consiglierei la versione piccante siccome rischia di nascondere il resto dei sapori ai palati meno abituati. Al limite ne abbasserei l’intensità.
Questo le altre fotografie scattate nel corso del piacevole pranzo trascorso da Casa Ramen Super un sabato di primavera.
Breve storia del ramen
Ah, già che stiamo parlando di ramen, forse non sai che in realtà questo piatto, come una quantità sterminata di famosissime preparazioni asiatiche, per esempio gran parte dello street food thailandese, ha in realtà origini cinesi, essendo un adattamento delle loro zuppe di noodles.
Sebbene il suo nome sembrerebbe provenire dal Lamian, un tipo di pasta ottenuta dalla farina di grano tenero particolarmente diffusa nel nord della Cina, il ramen è molto più vicino a piatti come il Rousi Tangmian del Jiangnan o al Char Siu Tangmian del Guangdong e si diffuse in Giappone alla fine del XIX secolo grazie agli immigrati cinesi che vivevano nella chinatown di Yokohama.
L’esperto di ramen Hiroshi Osaki afferma infatti che il primo negozio specializzato in ramen, il Rairaiken, fu aperto nel 1910 ad Asakusa (Tokyo) da un giapponese, del quale non si conosce il nome, che per prepararlo assunse 12 cuochi cinesi.
Divento poi celebre quando nel 1945, dopo il peggior raccolto di riso di cui si ha notizia nel paese del Sol Levante, i giapponesi furono costretti a cibarsi di ramen, uno dei pochi alimenti disponibili in quello sciagurato periodo, acquistandolo dalle bancarelle del mercato nero sotto il controllo della Yakuza. Ma la vera esplosione ci fu quando Momofuku Ando, taiwanese-giapponese fondatore e presidente dell’illustre Nissin Food, ne inventò la versione istantanea nel 1958, permettendo ai suoi connazionali di prepararselo a casa semplicemente con l’aggiunta di acqua bollente.
Insomma, oggi questo piatto rappresenta uno dei cibi più popolari della cultura giapponese, con la sola Tokyo che ospita circa 5.000 negozi di ramen tra i quali Tsuta, il primo della nazione a ricevere addirittura la prestigiosa stella Michelin.
Casa Ramen Super
Via Ugo Bassi, 26
20159 Milano (MI)
+39 02 8352 9210
www.casaramen.it/casa-ramen-super/
Piatti alla carta da 7,00 a 19,00 euro, i dolci 4,50/8,00
Vini naturali in carta: sì
Nato a Genova non troppi anni fa (più o meno), passo l’adolescenza a chiedermi perché abbia sempre preferito un raviolo cotto sulla stufa a un’exogino, o ancora cosa mi avesse spinto, ancora infante, a scolarmi tutti i fondi di Moscato d’Asti lasciati incustoditi dagli adulti, dopo il brindisi di capodanno, incappando nella mia prima ciucca. Intanto, diventato prima Sommelier Professionista AIS e poi Assaggiatore ONAF, dopo svariate esperienze nel mondo della ristorazione, tra cui il servizio dei vini al ristorante “La Terrazza” del Belmond Hotel Splendido a Portofino, dall’ottobre del 2016 sono entrato a far parte dell’Elenco regionale degli Esperti Degustatori dei Vini D.O.C. presso la Camera di Commercio di Genova per poi bla bla bla… Perdonami, mi sto annoiando da solo. Beh, ti prego di mantenere il segreto, ma sappi che ancora oggi, nonostante sospetti sia colpa degli uomini della mia famiglia, del nonno paterno, commerciante di vino in giro per il nord Italia, di quello materno, agricoltore, combattente e scrittore, e di mio padre, agronomo mancato con il tocco per la fotografia, continuo a chiedermelo qui su Enoplane.com.